“Le sfide” attuali dell’Europa

“Le sfide” attuali dell’Europa.

A San Gallo l’Assemblea plenaria del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE) sulle sfide sociali e spirituali in Europa.

San Gallo, ottobre 2012 – Si è celebrata nella Cattedrale di San Gallo, domenica 30 settembre, la Messa delle Nazioni – trasmessa in diretta dalla televisione svizzera – di chiusura della quattro giorni di lavori della Plenaria dei Presidenti del Consiglio delle Conferenze Episcopali in Europa (CCEE) che ha visto la presenza di una cinquantina di Presidenti, tra cui nove Cardinali, trasformando così la città nella capitale dell’Europa cattolica.

Si è svolta per la prima volta a San Gallo in occasione del Gallusjubiläum, la commemorazione del 1400mo anniversario del monaco colombaniano di origine irlandese che ha dato il nome alla città fondando l’Abbazia benedettina. La prima comunità monastica che si riunì poi sotto la Regola benedettina facendo diventare San Gallo, all’epoca, uno dei più importanti centri di cultura e di potere dell’Europa possedendo una splendida biblioteca – la Stiftsbibliothek considerata una delle più importanti biblioteche di manoscritti medievali – ancora oggi visitabile.

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Lo stesso portavoce del Consiglio, Thierry Bonaventura, lo ha definito il più importante evento dalla visita del Papa in Svizzera nel 2004 ed è stata una grande occasione per incontrare le massime autorità del Cantone e della Città. Anche Papa Benedetto XVI in un messaggio inviato in occasione dell’apertura dei lavori del CCEE ha ricordato che Il Messaggio cristiano è seminato e si radica efficacemente là, dove è vissuto in modo autentico ed eloquente da una comunità”. Lo stesso Papa invita a riflettere sia la comunità sia i membri del Consiglio sul perenne compito di evangelizzazione e sulla sua attuale rinnovata urgenza sostenuto dalla testimonianza della carità comune, animato dalla preghiera comune.

Nella stessa omelia del Vescovo della Diocesi di San Gallo, Monsignor Markus Büchel, ci ha ricordato come la storia della Città di San Gallo fonda le sue radici da quel seme di testimonianza di vita di alcuni monaci irlandesi. Nei secoli poi vi è stato un incredibile sviluppo che, da un inizio modesto, attraverso i secoli è giunto fino ad oggi. Un tempo c’era un unico uomo dal grande carisma, entusiasta di Dio, oggi troviamo una comunità, una Chiesa che lotta per affermarsi in un mondo secolarizzato. Questa situazione conflittuale ha portato alla memoria del Monsignor Büchel, le parole del Cardinal Carlo Maria Martini, recentemente scomparso e che nella sua veste di Presidente del CCEE spesso si è intrattenuto a San Gallo. In un’intervista poco prima della sua morte, il Cardinal Martini disse: “La Chiesa è stanca nell’Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose, però, esprimono quello che noi siamo oggi? I beni culturali di cui dobbiamo prenderci cura servono veramente all’annuncio e alla gente? Oppure costringono troppo le nostre forze impedendoci di muoverci anche quando le difficoltà ci opprimono?”. Negli ultimi decenni, ricorda il Vescovo di San Gallo, il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee si è preoccupato notevolmente a una nuova evangelizzazione in Europa per capire dov’è oggi l’uomo, quali risposte attende dalla Chiesa passando dalle domande che si è posto il Cardinal Martini. Il senso di stanchezza che spesso attanaglia ognuno di noi nel suo fare quotidiano confrontato con i tanti problemi di ogni giorno, la famiglia, la casa, il lavoro, i figli e che ci portano inevitabilmente, a volte, alla disperazione e rassegnazione in una società – stretta dalla morsa della crisi economica – che ha smarrito i propri punti fermi, i propri valori.

In questo senso anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il Cardinale Angelo Bagnasco, ha detto che l’Europa è chiamata ad essere fiduciosa, perché solo la fiducia è l’unica premessa per dare un servizio generoso e sereno ai cittadini. Il destino dell’Europa – ha aggiunto – non è tanto un’unità d’interessi, ma una comunità di destino. Quindi, una storia di Nazioni fatta di alti e bassi, luci e ombre, ma anche di grandi successi che ha accompagnato l’esistenza umana e che porta inevitabilmente a nuove sfide rilanciando anche l’impegno dei credenti per l’evangelizzazione nel mondo contemporaneo.

Paolo Vendola – Giornale Comunità

In vacanza con i figli e con lo spread.

In vacanza con i figli e con lo spread.

Lo spread il “minore dei mali” durante le nostre vacanze estive.

Winterthur, agosto-settembre 2012 – Eccoci al rientro per i tanti dalle rispettive e tanto attese ferie estive confrontati tra gli ultimi scampoli di quel clima di relax che le vacanze ci concedono prima del ritorno nella nostra quotidianità. Anche se una prima grande novità, meno sentita alle nostre latitudini qui in Svizzera, è quella di tante famiglie che non sono partite per le vacanze “fuori sede”, ma si sono organizzate con weekend fuori di casa o al mare. Nonostante ciò, comunque questo è un periodo di riflessione e di riposo, spesso ci si mette a confronto con questioni e fatti che durante l’anno a volte affrontiamo con superficialità. Vuoi perché la famiglia, il lavoro, il tempo libero riempiono già le nostre giornate, vuoi perché non si ha concretamente il tempo di riflettere su quanto ci circonda e, quindi, eventi importanti sovente ci passano in superficie o li percepiamo come un lontano eco da approfondire poi nei nostri luoghi di ritrovo.

Quel che in particolare ha colpito molte famiglie italiane, impaurite dalla crisi e incerte sul da farsi, è proprio il tema delle vacanze. Chi le ha ridotte, chi le ha completamente sacrificate, chi ha vissuto un agosto all’insegna che al rientro nulla cambierà o addirittura sarà ancora peggio, accompagnati dal perenne incubo dello spread (spread significa “ampiezza”, “apertura” ma anche “differenza” è usato oggi per definire la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi, quindi una misura dell’affidabilità di uno Stato a restituire un credito), che è andato ad affiancare i tormentoni tipici di ogni estate.

Il panorama che si percepisce oggi in Italia è desolante e nessuno sembra capace, a livello politico, di formulare un progetto, di indicare un obiettivo, un’idea che porti a un punto di approdo. Sembra quasi di vivere o sopravvivere alla giornata sapendo che altri Paesi europei declinano e non si tenta nemmeno di alzare l’asticella del dibattito serio e costruttivo. Persino il nostro attuale Premier, Mario Monti, si è affidato al pensiero di De Gasperi: «Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni». Sforzi impegnativi se non difficili nell’attuale quadro politico italiano dove ci raccontano che non si può fare altrimenti, tagliare, rinunciare, sacrificare: in Italia la formula è „ce lo chiede l’Europa”. Anche nei nostri ambienti lavorativi e non, spesso, si sente dire “ce lo chiedono da…”, quasi a scacciare un senso di assunzione di responsabilità verso il prossimo e verso se stessi. Quando la scelta, le decisioni sono assunte da altri, quasi ci si sente sollevati per aver deciso di non decidere. Stesso atteggiamento, contesti diversi per i Gattopardi della politica nel nostro piccolo quotidiano ed a livello nazionale dove il coraggio delle scelte si limitano alle alleanze presenti e future espresse in chiave elettorale, e non per il bene comune.

Lo spread il minore dei mali. Questa può essere alla fine davvero il minore dei mali: quello di andare o essere andati in vacanza con lo spread. A sentire alcuni miei cari amici, le generazioni future, gli attuali neonati, appena impareranno a pronunciare il nome di “mamma” e di “papà”, la terza parola in assoluto sarà “spread”. E già, perché quelle saranno le generazioni che continueranno e si troveranno il peso addosso di un debito pubblico sempre più crescente, dove nessuno oggi si è preoccupato fino in fondo di verificare i privilegi dell’attuale classe politica o gli sprechi delle risorse pubbliche per rimettere a posto i conti pubblici.

Ed ecco quindi in molti titoli di giornale, per non parlare dei vari telegiornali, descrivere allarmati sull’attuale speculazione finanziaria che sta colpendo l’Italia, compreso questo minaccioso “spread” i cui valori sono ai massimi storici dall’introduzione dell’euro.

Se discuti con il bagnino di turno, espressione di una classe di lavoratori tartassati perché certa la loro fonte di reddito, la loro percezione dello spread te la esprimono con un concetto molto semplice. Se gli ombrelloni sono vuoti, noi lavoriamo di meno e guadagniamo di meno!

In un momento cruciale di questa economia globale dove già si ragiona dello “scudo anti-spread” come ricetta economica all’incapacità politica dei governi di concordare un’adeguata risposta all’assedio della speculazione finanziaria, non mi meraviglierei più di tanto se per le prossime vacanze estive accanto ai propri figli, in spiaggia, trovassimo la mascotte di turno con il collarino “spread” in bella evidenza per sfatare una crisi che condiziona il nostro vivere quotidiano.

Paolo Vendola – Giornale Comunità 

POVERTÀ E IMPOVERIMENTO IN EUROPA TRA CRISI ECONOMICA E SOGGETTI SOCIALI: CONVEGNO DELLE ACLI

Parigi, 11-13 novembre 2010 – Si è tenuto a Parigi il 4° seminario internazionale di studio su “Povertà e impoverimento in Europa tra crisi economica e soggetti sociali” promosso dalle ACLI, l’ENAIP e la FAI, con il sostegno dell’EZA e della Commissione Europea. Per le ACLI e per la FAI (Federazione ACLI Internazionale), il seminario è stato lo strumento attraverso il quale, queste associazioni, intendono portarci a riflettere su questioni di grande rilevanza sociale, chiamando a confronto le organizzazioni europee che hanno come propria Mission la promozione ed il dialogo sociale, la cultura del lavoro e della cittadinanza. Il seminario ha visto la partecipazione anche di Jacques Delors (già Presidente della Commissione Europea), di Emilio Gabaglio (già segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati), di Conny Reuter (Presidente della Social Platform), di Raf Chanterie (Presidente dell’EZA – Centro Europeo per i problemi dei lavoratori), di Albin Krämer (KAB – Movimento dei Lavoratori Cattolici) e molti altri. Al termine dell’Anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale, le ACLI intendono interrogarsi non solo sull’efficacia delle politiche pubbliche del lavoro e dell’inclusione sociale, ma anche sulla capacità che hanno le reti sociali di rappresentare i soggetti più deboli promuovendo risposte/interventi diretti e indiretti, nuove pratiche dell’associazionismo di promozione sociale con l’idea concreta di trovare strumenti di partecipazione attiva in tutte quelle istanze sia istituzionali europee sia di collaborazione attiva con le altre reti sociali europee pensando anche ad un luogo d’incontro di condivisione e di proposte. Una delle grandi domande che si è posto anche il Presidente della FAI e delle ACLI Nazionali, è sul significato stesso del vivere, oggi, in povertà nell’Unione Europea. Attualmente ben 79 milioni di cittadini comunitari fanno fatica a giungere alla fine del mese e/o a garantire l’istruzione superiore o le cure mediche ai propri figli. Per non parlare dell’attuale crisi economica che mette a rischio di perdita del proprio posto di lavoro a 6 milioni di europei, colpendo comunque le fasce più svantaggiate quali i giovani. Per l’UE diventa, di fatto, una priorità morale, sociale ed economica; ma tutti i soggetti devono sentirsi coinvolti a partecipare attivamente nelle varie azioni di intervento. Per questo, anche le ACLI, viste le proprie finalità statutarie, si sente e deve sentirsi coinvolta ed impegnata con la propria azione sociale attivando il dialogo con tutti gli attori istituzionali e privati. Non a caso anche le politiche sociali europee, nella sua “Strategia Europa 2020”, si inizia a parlare di patto territoriale ma che vede e chiede un maggior coinvolgimento di partner, reti e organizzazioni non governative a sostegno dell’iniziativa sociale per promuovere le istanze dei soggetti più deboli. In questo, la grande esperienza delle ACLI, di più di mezzo secolo, può contribuire all’elaborazione di pratiche dell’associazionismo di promozione sociale condivisibile da tutti quegli attori che già operano a sostegno dei più deboli. Ma su questo punto, anche P. Elio Dalla Zuanna (incaricato nazionale della Conferenza Episcopale italiana per la formazione spirituale nelle ACLI), ci mette sull’attenti a non fare diventare il tema della povertà un tema astratto. Già oggi nel nostro agire quotidiano all’interno delle nostre associazioni facciamo fatica ad andare in certi quartieri poveri; anche nelle nostre stesse città facciamo fatica ad incontrare l’altro, il diverso. Il Presidente ACLI ci rammenta i Discorsi di San Basilio: “Ricorda che il pane che ti sopravanza, è il pane dell’affamato; il vestito appeso al tuo armadio, è il vestito di chi è nudo; le scarpe che non porti, sono le scarpe di chi è scalzo, le opere di carità che non compi, sono altret-tante ingiustizie che commetti”. Ciò significa che oggi il problema non è fare la guerra alla ricchezza ma alla povertà; bisogna stare attenti a quella povertà strisciante (quanti fanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese) che porta a non agire a non incontrare l’altro, il più debole. Come associazioni impegnate nel sociale, dobbiamo contribuire con più forza alle politiche pubbliche e richiedere più coraggio con interventi mirati alle istituzioni, alle organizzazioni e contribuendo, semmai, a definire un nuovo modello di sviluppo e di coesione sociale. Anche nel nostro piccolo, nel nostro essere parte della società civile, bisogna avere il coraggio, come diceva Don Tonino Bello, di “essere spina nel fianco della gente che vive nelle beatitudini delle sue sicurezze”.

Paolo Vendola – Giornale Comunità
(ANNO XXXVI – N. 12.2010 – Mensile Cattolico Italiano della Svizzera Orientale)

Enaip: formazione per le pari opportunità tutta al femminile.

Corsi di formazione ENAIP per le donne con finanziamento pubblico (UFU/EBG).

Zurigo, febbraio 2010 – Alla tradizionale offerta che l’ENAIP da anni mette a disposizione nel campo della formazione professionale si affiancano i corsi per italiani residenti all’estero, tutti completamente gratuiti. Dopo la partenza dei corsi FFA1 (corso di formazione per formatori di adulti) e quello per Custode d’immobile, le prossime aperture riguardano i progetti di formazione “Informediale” e “Retravallier”. Se il primo – realizzato in collaborazione con l’Università IULM di Milano – è pensato per offrire percorsi formativi a chi voglia lanciarsi nel settore della comunicazione e nell’apprendimento di tecniche redazionali, di scrittura giornalistica e dei linguaggi della pubblicazione, garantendo anche lo svolgimento di uno stage presso le redazioni della stampa locale, per il secondo si prevede un pubblico tutto femminile grazie al finanziamento pubblico dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU/EBG) oltre a quello del Ministero del Lavoro italiano che prevede la gratuità per le donne di cittadinanza italiana.

Duecentocinquanta ore di formazione professionale gratuita, proposte in edizione doppia a Lenzburg e a Zurigo, e progettate per sostenere e facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro delle donne italiane residenti in Svizzera. Questa, in estrema sintesi, la descrizione del corso ENAIP Retravailler – Rientro alla professione attiva delle donne. Il pacchetto formativo si rivolge infatti a donne inoccupate e/o disoccupate, con qualifiche settoriali “datate”, obsolete, insomma da aggiornare. Obiettivo: accompagnare il cosiddetto “sesso debole” nel percorso di reinserimento professionale, a seguito di un periodo di lunga assenza dal mondo del lavoro oppure in cerca di un primo impiego, attraverso itinerari modulari di aggiornamento e orientamento professionale. In una sola espressione, ridare consapevolezza, qualità e forza teorico-pratica all’azione delle donne italiane in cerca di occupazione. Tra le finalità specifiche del corso – che si inserisce nell’ampio ventaglio di interventi di formazione professionale a marchio ENAIP e finanziati dal Ministero italiano del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – il recupero delle competenze professionali e il loro adeguamento alle rinnovate esigenze del mercato del lavoro. L’offerta formativa si articola in diversi moduli, ognuno con obiettivi specifici: da un’introduzione generale all’orientamento professionale che ha tra i suoi obiettivi anche quello di disegnare possibili profili autoimprenditoriali, al percorso di aggiornamento delle competenze informatiche (ECDL di livello Start). Dal modulo per lo sviluppo di competenze dattilografiche e di elaborazione testi, a quello sulle modalità di scrittura commerciale, senza dimenticare il percorso sulla contabilità teorica e pratica e quello d’introduzione all’inglese commerciale. Il tutto condito da verifiche finali per valutare il percorso seguito e i risultati ottenuti nell’apprendimento. Insomma, un progetto completo che mira a creare figure professionali applicabili trasversalmente a più settori economici e che, oltre a rinnovare le proprie competenze e qualifiche professionali, fornisce anche attestati di frequenza e certificati riconosciuti (Certificato ECDL Start). In un mondo del lavoro in cui essere competitivi è quasi un imperativo categorico, e in cui l’essere donna non sempre rappresentare – come dovrebbe – una risorsa, cogliere l’occasione e usufruire di itinerari formativi orientati al reinserimento lavorativo non può essere altro che un valore aggiunto, oltre che una risposta attiva e re-attiva alle difficoltà lavorative che il gentil sesso, ahinoi, talvolta è costretto ad affrontare. Una sfida, insomma, per donne che abbiano la voglia, il coraggio e la sfrontatezza di mettersi in discussione e di darsi, ancora una volta, un’altra possibilità. La domanda allora non è più “perché iscriversi?”. È, semmai, “perché no?”. Se dunque, com’è facile ipotizzare, non troverete buone ragioni per rinunciare alla frequenza di questi corsi, il prossimo passo da fare è rivolgersi alla segreteria ENAIP di Zurigo al numero 043 322 10 80, oppure e-mail all’indirizzo info-at-enaip.ch, per chiedere tutte le informazioni necessarie e sciogliere ogni dubbio.

Paolo Vendola – Direttore ENAIP Svizzera

All’ENAIP Svizzera per il servizio civile volontario.

“Cittadini in un’Europa solidale”

Zurigo, aprile 2005 – Il 1° aprile sono giunte a Zurigo, presso la sede ENAIP, le due volontarie del servizio civile per un progetto che, esteso nell’arco di un anno, permette a queste giovani la realizzazione di un’esperienza di grande spessore umano, culturale, civile e di crescita professionale. Questo tipo di progetto, promosso dalle ACLI Nazionali italiane, si inserisce nell’ambito della Rete europea delle ACLI, quindi anche dei suoi servizi come l’ENAIP, e si sviluppa nel contesto delle strategie dell’Unione Europea sul fronte dell’integrazione sociale e dei diritti di cittadinanza.


Una specifica fondamentale del progetto è quella di dare a questi giovani volontari provenienti dall’Italia, l’opportunità di una migliore integrazione nel contesto europeo, con ricadute sul territorio italiano di provenienza grazie ad un’esperienza acquisita “sul campo”. Inoltre vi sono i presupposti per creare una mentalità più europea dove si integra professionalità, mobilità sociale, anche passando da un perfezionamento sul piano delle competenze linguistico e culturale. Valentina Severoni e Concetta Di Baia sono originarie del centro-sud d’Italia, rispettivamente di Terni e Caserta. Hanno entrambi 23 anni. 
Valentina si è laureata nel settembre 2004 in Comunicazione Internazionale all’Università per Stranieri di Perugia; durante gli anni di studio ha lavorato a tempo parziale nella sala Internet del suo Ateneo. Dopo la tesi ha lavorato in un’azienda di Terni come progettista di corsi di formazione; ha poi svolto uno stage presso la Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri occupandosi del monitoraggio delle pagine scientifiche dei siti web delle Ambasciate presso cui sono accreditati gli Addetti Scientifici ed ha elaborato proposte volte ad accrescere la rispondenza, in termini di contenuto e stile, delle pagine web degli Addetti Scientifici alle istruzioni e alle strategie del Ministero degli Affari Esteri. 
Concetta invece si è laureata nel dicembre 2004 in Scienze dell’Educazione all’Università di Cassino. Ha poi svolto attività di tirocinio presso un centro di formazione professionale con sede a Roma dove si è occupata di progettazione e gestione dei corsi che venivano organizzati. Entrambe hanno già avuto precedenti esperienze all’estero in quanto vincitrici di borse di studio Socrates-Erasmus. Valentina ha frequentato per tre mesi l’Ateneo di Kecskemét in Ungheria mentre Concetta ha trascorso il suo soggiorno di nove mesi presso l’Università di Granada in Spagna. 
Valentina è appassionata d’informatica e le piace il “fai da te”. Concetta ama la musica e la psicologia. Entrambi adorano viaggiare e conoscere nuove culture ed è per questo che hanno scelto il servizio civile all’estero, considerato come ottima possibilità per avvicinarsi al mondo del lavoro e continuare le loro attività di volontariato. 
La loro attività di volontariato si basa sulla realizzazione e collaborazioni ad attività formative, animazioni sociali, culturali e di promozione sul territorio, predisposizione di strumenti d’informazione e pubblicitari, redazione delle news dell’ENAIP da pubblicare on line e sulla rivista delle ACLI svizzere “Il Dialogo”. Hanno fatto una simile scelta in quanto credono fortemente che alla fine, tale percorso formativo le porterà, oltre che ad una crescita umana e professionale, a sviluppare reti di contatti utili ed opportunità di lavoro anche a conclusione del servizio.
Un benvenuto a Valentina e Concetta a nome della dirigenza dell’ENAIP Svizzera augurandovi una buona e proficua permanenza presso le nostre sedi.

Paolo Vendola – Direttore ENAIP Svizzera

Un successo formativo all’ENAIP di Zurigo: il corso per neo-imprenditori.

I nuovi percorsi formativi dell’ENAIP e sperimentazioni didattiche.

Zurigo, luglio 2004 – Dopo mesi di progettazione e di rifinitura si è svolto un primo corso per neo-imprenditori con una metodica nuova, moderna e modulare cui s’ispira l’ENAIP tenendo conto e dell’esperienza del settore e delle moderne metodiche didattiche con l’ausilio anche della Formazione a Distanza. Queste le sfide future dell’ENAIP in un settore, la formazione, in continua evoluzione ed aggiornamento. Abbiamo chiesto alla nostra progettista Simona Cambri, laureata in economia e commercio, e che ha seguito l’evolversi del corso, di dare le sue personali impressioni sullo stato attuale, anche per focalizzare in itinere tutti quegli accorgimenti atti a migliorare il corso medesimo. 

Dal 13 aprile sino al 12 giugno si è svolto con successo il primo modulo (gestione aziendale) del corso per neoimprenditori presso la sede ENAIP di Zurigo, che proseguirà durante tutto l´anno con i moduli successivi del Marketing, Ragioneria, Tecniche d’ufficio, Sistema fiscale e Import-Export. Gli organizzatori di questo percorso formativo, tra cui la CCIS (Camera di Commercio Italiana in Svizzera), hanno voluto dare una struttura particolare a questo modulo. Questa prima parte é stata suddivisa, infatti, in 4 momenti principali, ognuno dei quali ha visto „esibirsi“ ben 5 docenti, esperti di settore, imprenditori e con esperienza d’insegnamento alle spalle. Roberto Colombi giurista, laureato alla facoltà di legge di Zurigo (ha collaborato con il dipartimento di diritto societario della suddetta Università) ha condotto la parte delle forme giuridiche, spiegando come si dovrebbero svolgere i primi passi per creare una nuova azienda dal punto di vista normativo-commerciale.

Alessandra di Marino ed Enzo Nocilla, consulenti aziendali, forti della loro esperienza quotidiana a contatto con la realtà imprenditoriale, hanno impartito lezioni sulla valutazione del rischio d’impresa e sulle assicurazioni private necessarie all’azienda per ridurre i rischi economici e su quelle obbligatorie previste dal sistema previdenziale svizzero. Robert Sedlic, imprenditore, esperto nelle telecomunicazioni ed attuale dirigente capo dell’azienda ITC, messa in piedi dopo anni d’esperienza in grandi compagnie nel settore informatico, ha introdotto uno degli argomenti focali e forse più complessi per il neoimprendirore: la stesura del Business Plan (Piano Finanziario) con le sue fasi e cioè l´idea e la compagine sociale, il mercato e le strategie commerciali, gli aspetti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari.

Interessanti sono state le lezioni d’autovalutazione, utili per scoprire le proprie attitudini e sviluppare certi aspetti del „carattere“ imprenditoriale. Lorena Pantoni esperta di finanziamenti, ex-funzionario dell’ufficio crediti di un istituto bancario, ha concluso il ciclo con le tre lezioni dedicate alla spiegazione delle modalità e tipologie dei mezzi finanziari necessari per poter avviare concretamente l’attività imprenditoriale. Con passione ed entusiasmo i docenti hanno messo a disposizione non solo la loro professionalità ma anche la flessibilità ed abilità nel rispondere alle svariate ed interessanti domande dei corsisti; si è creato così non solo un gruppo di studio attento e motivato, ma anche un ambiente amichevole e confidenziale, stimolante sia per gli insegnanti sia per i corsisti.

L’incontro, il confronto, lo scambio d’idee e l’aiuto reciproco sono tutti elementi non secondari di questo corso, che ha visto la partecipazione di un pubblico intelligente e con capacità critica. Simona, Emanuela, Giorgio, Giovanni, Alessandro, Salvatore, Adriano e gli altri hanno deciso di seguire tutti i moduli della formazione, per poter un giorno mettere a disposizione le loro capacità ed esperienze professionali sul mercato non più come dipendenti, bensì „autori“ e direttori del proprio lavoro.

Non dipendere da qualcuno, essere più efficienti, realizzare professionalmente la propria idea e personalità sono gli input che hanno mosso queste persone provenienti da settori differenti (turismo, consulenza e formazione tecnico-meccanica, telecomunicazione e finanza, etc.) a seguire non solo il modulo ormai concluso della gestione aziendale (sarà ripetuto ad ottobre in forma abbreviata), ma anche gli altri che seguiranno. Da queste impressioni raccolte “a caldo” nel corso, si riscopre come i corsisti condividono questo approccio dell’ENAIP, nella sua forma attuale di strategie formative, che punta sempre più verso lo scambio di momenti formativi con momenti di confronto di chi è abituato a muoversi nel mercato del lavoro.

Qeusta metotologia permette di creare “i casi esemplari” che possono diventare oggetto di studio per corsi successivi. La creazione di un “Closed user group” (comunità internet specifica), cioè creare con i moderni strumenti di internet un settore dedicato ai nostri corsisti è il momento culminante del corso stesso. Difatti nella politica formativa dell’ENAIP vi è la volontà di mantenere rapporti constanti con i corsisti – anche a corso concluso – ed accompagnarli nella loro creazione d’impresa con documentazione e consigli pratici, da parte di nostri esperti, sempre on-line. Questo metodo permette di monitorare l’evoluzione ed il reale utilizzo delle risorse umane e didattiche per intervenire e correggere in maniera puntuale tutti gli aspetti atti a migliorare qualsiasi tipo di corso organizzato dall’ENAIP. In questo si riflette la nostra opera quotidiana e costante di formatori sempre “attenti alla persona ed aperti al mercato”.

Paolo Vendola – Direzione ENAIP Svizzera

Pionieri su sentieri sconosciuti.

Convegno ENAIP a Zurigo sul tema della biculturalità.

Zurigo 8 maggio 2004 – Si è tenuto a Zurigo presso il Politecnico Federale il primo Convegno dell’ENAIP, in occasione anche dei 40 anni di attività formative che l’Ente svolge in Svizzera.
Il Console Ministro Bernardo Carloni ricorda, nel suo intervento d’apertura, che la Svizzera si è trovata in una situazione privilegiata della non partecipazione all’ultimo conflitto mondiale. Questo ha portato già dall’inizio del secolo scorso a ragionare d’integrazione nel territorio della Confederazione. Quindi il processo d’integrazione ha una lunga storia in Svizzera. Il Console elogia il lavoro svolto, in tanti anni, dagli Enti di formazione italiani in Svizzera che, soprattutto durante le forti ondate migratorie, ha permesso di qualificare e valorizzare quella moltitudine d’italiani in cerca di lavoro ed impiegati come manovalanza nelle fabbriche. Il riscatto sociale, quindi, è passato anche grazie al lavoro svolto dagli enti di formazione professionale. Non da ultimo, ricorda anche il valore aggiunto che si è dato all’emigrazione italiana, proprio con i Corsi di Lingua e Cultura Italiana che, in un contesto di biculturalità, permette di valorizzare e trasmettere quei valori propri della tradizione e cultura italiana.


Incisivo anche l’intervento della Direttrice del Dipartimento della Formazione dott.ssa Regine Aeppli che, attraverso dei lucidi, ha mostrato come vi è una forte dispersione scolastica nella fascia degli alunni stranieri. Diverse sono le ipotesi (tra l’altro evidenziate anche dal Prof. Müller dell’università di Berna): sicuramente il fattore linguistico è determinante, ma anche dove la lingua non desta problemi vi è la questione del gruppo maggioritario rispetto ad una minoranza culturale che può creare differenze.
Anche gli altri relatori hanno portato diverse teorie sulla dispersione scolastica e non da ultimo la sociologa Eva Mey ci fa notare che, nell’ambito dell’integrazione, siamo come “pionieri su sentieri sconosciuti”. Non esiste una ricetta per valorizzare o per capire i fenomeni di dispersione scolastica ma ogni esperienza può portare un contributo positivo per la scuola del domani.
In quest’ambito, anche l’ENAIP nella sua quarantennale esperienza nella formazione professionale è stata effettivamente anche pioniere d’esperienze formative ed ha contribuito, fino ad oggi, a creare quel giusto connubio tra la società italiana d’origine e quella svizzera dove si vive, valorizzando il senso dell’essere biculturali come valore aggiunto, in una società sempre più globale dove è necessario rimarcare e tener presente le proprie radici: anche in più contesti culturali. La ricchezza, oggi, sta nel vivere come fattore positivo l’integrazione nel paese che ci ospita perché comunque cittadini di una società già di per se multiculurale e plurilingue. Un particolare ringraziamento va a tutto lo staff del centro ENAIP di Zurigo che ha realizzato il convegno coadiuvato dal responsabile di sede M. Julita. Entro l’autunno prossimo è prevista la pubblicazione degli atti del convegno.

Paolo Vendola – Direzione ENAIP Svizzera