Camorino, dicembre 2019 – Mi ritrovo, oggi a fine del 2019, a scrivere un mio pensiero da condividere in questo “nostro spazio social” dopo gli ultimi giorni “in corsa” di lavoro alla Labor prima delle vacanze natalizie. Ora, prendendomi il tempo giusto, quello del riposo e della riflessione, ho rivisto e riletto ogni vostro pensiero a partire da quelli del “mio team TRI”, degli altri team (e che dire del videomessaggio!) fino verso l’alto della Direzione. Non nascondo che mi sono lasciato prendere dall’emozione e dalla commozione e “con un occhio che piange e l’altro che ride” ho visto passare questi quasi sette anni di vita e di lavoro alla Labor Transfer.
Sono giunto alla Labor “in punta di piedi” (così mi diceva il mio TL nel maggio del 2013), che è sempre stato quel mio modo di agire, di ascoltare, capire e apprendere prima ancora di portare il mio punto di vista, le mie riflessioni e contenuti sia professionali che personali.
È stato per me, confrontato con un altro tipo di esperienza che mi ha provato duramente, un ripartire e un risalire capendo da subito dello spessore e della professionalità cui potevo contare nella quotidianità. Quel confronto professionale e umano che ci fa crescere reciprocamente in questo settore assai delicato di “sostegno” alle persone in transizione di carriera. Solo per questo dovrei già ringraziare molti di voi!
Certo, ci sono stati anche confronti critici, momenti di delusione, di qualche “boccone amaro” ma ogni volta, se penso agli ultimi tre anni di conduzione del Team TRI, mi è bastato incrociare i vostri volti, ascoltare i vostri bisogni e sapere di poter sempre contare “sulla squadra” in primis e sull’ascolto della Direzione. Ho sempre pensato che, quando si guida un gruppo, ogni tanto bisogna fermarsi, fare un passo indietro se necessario e aspettare che tutti ti raggiungano. Quel far sentire tutti partecipi con le proprie forze e con le proprie risorse.
Se penso da un punto di vista di “Chronos”, sono stati anni che mi hanno fatto vivere il cambiamento (interno ed esterno), di molti colleghi/e che hanno lasciato e di altri che sono arrivati, di progetti e di necessità di “pensare all’innovazione” nel settore formativo per essere sempre con quel passo avanti, di anticipare il mercato del lavoro e le esigenze dei committenti.
Sono stati anni di scommesse di contenuti, di passione nell’erogare formazione e di momenti conviviali trascorsi insieme. Momenti informali che ci hanno permesso di trascorre del tempo insieme e poter ridere di cuore su episodi, aneddoti d’aula e di gaffe fatte. Un tempo giusto che è di spessore, di opportunità di relazionarsi e di consolidare l’appartenenza ad un team e ad un’azienda. Quel tempo, appunto, del “Kairòs”.
Ed è proprio quel tempo che oggi mi porta a cogliere un’opportunità e un cambiamento che non è preso a cuor leggero, soprattutto perché lascio sapendo di aver svolto fino in fondo il mio compito con rispetto e professionalità con altri professionisti, perché in fondo siamo “persone normali che fanno cose speciali”.
Salpo dal porto sicuro della Labor e, parafrasando Seneca sul suo “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, mi ritrovo invece a scrutare l’orizzonte per navigare verso altre mete nel “mondo formativo” con spirito pieno di curiosità per cogliere altre sfide.
In questo viaggio, sono sicuro che le nostre rotte si incroceranno e, come qualcuno di voi ha scritto, certamente nel “Kairòs” che è quel tempo fatto di spessore e di valore.
Con questo mio pensiero, ringrazio ognuno di voi e come dicono i marinai “buon vento e mare calmo” per continuare questo nostro viaggio professionale e personale.
Grazie colleghe/i del Team TRI, grazie Labor, arrivederci!
Paolo Vendola
Team Leader TRI – Labor Transfer, Camorino