ENAIP Svizzera: la promozione di progetti di integrazione nelle singole realtà regionali in Svizzera.

Zurigo, novembre 2011 – A detta di molti esperti stranieri, il modello elvetico di integrazione degli stranieri, ha funzionato meglio rispetto ad altri Paesi in quanto la struttura federalista ha lasciato ai Cantoni la gestione del problema con interventi più incisivi e mirati nel territorio.
In ogni zona della Svizzera, i progetti di integrazione sono stati orientati ad utilizzare i luoghi di incontro degli immigrati come luoghi di scambio di esperienze, di pensieri e cultura passando p. es. anche dai club sportivi. Nella Svizzera tedesca sono molte le esperienze che vanno sotto il nome di “Sport und Integration” cioè lo sport che diventa mezzo veicolare per permettere un avvicinamento degli stranieri alla realtà locale. Molti Cantoni si sono adoperati anche per consentire una migliore comprensione del territorio da parte di immigrati passando dall’integrazione scolastica dei propri figli, quindi, in questo caso dall’interazione genitore e figli.

Nello sviluppo di quasi tutti i progetti consolidati dell’ENAIP in Svizzera (Lucerna e Zurigo rappresentano i maggiori interventi e richieste di sussidio cantonale) si è potuto constatare che le maggiori problematiche emergono nell’area adolescenti. Tutti i giovani immigrati dei diversi gruppi etnici, presentano (rispetto alla realtà locale) una sorta di incertezza della propria identità (del sé visto come individuo) rispetto all’identità ricevuta di riflesso dai propri genitori esternando una sorta di inadeguatezza di valori ereditati dai genitori che da decenni vivono in Svizzera.
Da qui nasce una prima nostra riflessione che nella gestione di progetti volti all’integrazione è necessaria una sorta di scambio tra le famiglie e un’associazione sociale e/o culturale, siano esse le stesse scuole, uffici di orientamento, enti formativi che con la loro presenza possono in qualche modo orientare/accompagnare le persone facendo fronte alle diverse esigenze e garantendo un interscambio tra “i nuovi arrivati” e la popolazione locale.
Un’altra importante riflessione si rivolge al processo di apprendimento della nuova lingua da parte di giovani immigrati (italiano, tedesco e francese) perché con essa i giovani apprendono i tratti culturali del vivere sociale e locale che, spesso, sono in contrasto con quanto vissuto nei Paesi d’origine e/o con quanto veicolato dai loro genitori. Questo momento formativo diviene un fattore determinante ed importante per la formazione dell’identità del giovane all’interno del suo processo di integrazione.
In questo senso è importante e necessario, nella presentazione di interventi formativi, proporsi come interlocutori e mediatori culturali per migliorare il processo di integrazione e in’ultima analisi la reciproca comprensione tra due culture/tradizioni.
Nei vari progetti sostenuti in passato dalla CFS/EKA (Commissione Federale per gli stranieri) ed oggi dai rispettivi Uffici Cantonali per l’Integrazione emerge sempre più come il ruolo della lingua e cultura d’origine svolge un ruolo importante nel processo di integrazione dei giovani di origine straniera. La stessa raccomandazione viene anche dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) che più volte e in diversi documenti recenti ha posto l’attenzione sul ruolo fondamentale che svolge la famiglia non solo nel processo di integrazione ma anche per il successo scolastico dei giovani di origine straniera.
Da queste riflessioni appare chiaro come ENAIP Svizzera, con la sua presenza di cinquant’anni nel territorio e con la sua tradizionale vocazione verso la promozione sociale e professionale delle fasce deboli e straniere, si propone e promuove in continuazione progetti (grazie anche al sostegno dei Cantoni) finalizzati ai processi di integrazione delle diverse comunità e, rispettivamente, delle nuove migrazioni in Svizzera. Questa attenzione continua verso la persona, con le sue sensibilità e le sue esigenze formative/educative, è parte integrante del nostro “fare quotidiano” nella formazione e nella consulenza professionale grazie anche all’appartenenza al sistema ACLI che, assieme al Patronato ACLI, rappresenta un modo concreto di crescita e di partecipazione alla realtà sociale del luogo in cui viviamo ed operiamo.

Paolo Vendola
Direttore ENAIP Svizzera

La formazione che porta lontano. Scambi e programmi di mobilità della Fondazione CH

Zurigo, maggio 2011 – Lasciando un po’ alle spalle la struttura formativa “tipicamente corsuale”, l’ENAIP Svizzera intende raccogliere nel prossimo futuro le nuove sfide formative proposte dal sistema educativo svizzero, ma anche con una sua capacità di lettura del territorio con le sue esigenze, creando/partecipando ad attuare strumenti efficaci per far fronte alle sfide del sistema di formazione continua e permanente, anche con uno sguardo attento all’obiettivo della strategia Europa 2020 che vede coinvolta anche la Svizzera tramite la “CH-Stiftung” nei programmi Grundtvig e Comenius.

Nel seminario di chiusura dei Progetti ENAIP con il Ministero del Lavoro italiano dello scorso marzo, non a caso è intervenuta la sig.ra Monika Eicke, responsabile per la Svizzera dei programmi europei citati. Infatti, a partire dal gennaio 2011 la Svizzera non è più un “partner silente” ma è entrata a pieno titolo nel programma di Apprendimento permanente europeo (Lifelong Learning) che apre interessanti scenari nell’ambito della formazione degli adulti attraverso Grundtvig, un sottoprogramma suddiviso in sette diverse azioni decentrate che si rivolge agli istituti e al personale del settore così come ai discenti adulti. I partecipanti a tali programmi possono quindi chiedere il sostegno finanziario della Fondazione CH.

Grundtvig: apprendimento pratico per gli adulti. Il programma Grundtvig mette l’accento sui bisogni d’apprendimento e di studio dei formatori che si occupano di formazione degli adulti e/o come insegnamento «alternativo», a tutte quelle organizzazioni che lo propongono come servizio. Inoltre, questi programmi, portano a contribuire allo sviluppo del settore dell’educazione agli adulti e permettere ad un maggior numero di persone di vivere un’esperienza educativa, generalmente in un altro Paese europeo. Lanciato come programma nel 2000 e facente parte di un programma globale per l’educazione e la formazione lungo tutto l’arco della vita, Grundtvig mira ad offrire agli adulti la possibilità di migliorare le loro conoscenze e competenze, facilitando il loro sviluppo/crescita personale e rinforzare le loro prospettive d’impiego.

Questi scambi migliorano le competenze linguistiche e l’esperienza di vivere in ambienti multiculturali. Non è da trascurare il fatto che sono tutti fattori che aumentano il grado di successo nel mercato del lavoro. Il Programma, contribuisce altresì, a prendere maggior coscienza del problema dell’invecchiamento della popolazione in Europa. Questo programma non coinvolge soltanto gli insegnanti, formatori, personale nell’ambito educativo o Enti che promuovono tali servizi, bensì anche tutti gli attori coinvolti nella formazione degli adulti.

Quindi coinvolge associazioni, servizi di orientamento e informazione, organismi politici specifici sul tema formativo, le organizzazioni non governative (ONG), le imprese, i centri di ricerca ed i gruppi di volontariato. Il programma finanza un ampio ventaglio di attività, in particolare quelli che sostengono lo studio all’estero di persone implicate nella formazione degli adulti, in progetti di scambio e/o altre esperienze professionali. Così come vengono finanziate altre iniziative di messa a rete di esperienze professionali e formative delle diverse organizzazioni in diversi Paesi europei.

Tra gli obiettivi specifici di questo programma vi sono quelli di accrescere il numero dei discenti adulti a 25000 entro il 2013 e migliorare la qualità delle loro esperienze, svolte nel Paese d’origine o all’estero. Vi è anche quello di migliorare le condizioni di mobilità in Europa e la percezione dell’importanza della cooperazione negli enti formativi preposti alla formazione degli adulti, nonché di sensibilizzare/garantire l’accesso al sistema formativo degli adulti a tutte le persone ai margini della società che non possiedono una qualifica di base, sostenendo anche le pratiche per l’accesso ai moderni mezzi dell’ICT.

Partendo da questi principi fondamentali, nel progetto ENAIP Svizzera – passando anche attraverso tutta la sua rete presente all’estero – vi è quello di orientare le proposte formative e di possibili servizi/consulenza in forte relazione con i bisogni del mercato del lavoro, passando dai diritti alla cittadinanza del singolo con la sua centralità in quanto individuo con delle necessità/richieste specifiche. Ciò comporta, nel prossimo futuro, un’elevata diversificazione dei prodotti/servizi erogati, facendo tesoro di quanto detto dal Presidente Nazionale, Andrea Olivero, che “siamo persone normali che fanno cose speciali”.

In questo l’ENAIP, tramite tutti i suoi professionisti impegnati nel settore formativo, deve esplicare il suo ruolo futuro.

Paolo Vendola – Direttore ENAIP Svizzera