Resort Collina d’Oro – 24 novembre 2022. Si è tenuta, ieri sera, un interessante incontro divulgativo e scientifico, organizzata da ATED ICT Ticino e Formati Academy, con Fabio Viola, quarantaduenne laureato in archeologia e che da anni esercita la professione di “Metaverse e videogame designer” nonché curatore di mostre museali digitali. E altro ancora… in poche parole un talento nell’era digitale.
Serata magistralmente condotta da Luca Mauriello, vice Presidente di Ated, ha subito impostato un dialogo con Fabio Viola partendo da un word cloud da cui sono emerse delle parole chiave sul tema del digitale e sulle implicazioni che esso esercita nel nostro vivere quotidiano.
Emerge da subito il tema della gamification in tutte le sue sfaccettature. È vero che il termine rappresenta la radice del gioco ma non solo pensato in senso ludico. In un secolo dove i giovani vogliono “fare le cose” ci si impegna anche passando dal gioco, inteso come una modalità e disciplina orizzontale per progettare l’esperienza. È un approccio che coinvolge le persone perché se faccio qualcosa, allora imparo. Come ha ben rappresentato il pedagogista Edgar Dale nel cono dell’apprendimento. Fabio ci porta svariati esempi di questa metodologia, dove, per esempio, persino gli operai della Fiat passano da giochi strutturati in ambito digitale per apprendere metodologie di lavoro innovative. Per questo motivo, a suo avviso, la scuola oggi ha ancora un approccio ed un modello novecentesco.
Non ama essere definito un “professore universitario” ed ha passato metà della sua vita giocando e l’altra metà facendo giocare gli altri. Tocca il tema della passione come motore trainante anche in ambito lavorativo e ci spiega come il gioco, oppure una formazione giocata, può incentivare i giovani ad esprimere la propria creatività nel mondo reale. Interessante spunto sulle ricerche mondiali sul gioco pensato come medicina e ci spiega che esiste già il “farmaco digitale” o le così dette terapie digitali. Il gioco, in sintesi è un bisogno sia per i giovani che gli adulti. Le statistiche, in tal senso, lo evidenziano in modo chiaro, soprattutto quelle legate all’incremento del gioco digitale tra gli anziani. Scaturisce una riflessione interessante dove il dialogo tra generazioni passa attraverso il gioco. Creare un gioco, passando dallo storytelling, ha permesso a Fabio di progettare percorsi museali in Italia, usando il video gioco come storia da raccontare e riversarla sui visitatori come esperienza immersiva. Stesso principio quando si vuole far conoscere le città ad un turista passando dal gioco, così come è già stato realizzato in diverse città.
La serata si è conclusa in un clima cordiale, con molte domande aperte ed interessanti spunti d riflessione. Toccati molti aspetti concreti come le città del futuro e come si esprime oggi la formazione a tutti i livelli con un approccio sempre più mediato dalla tecnologia.
Di Fabio, indubbiamente un talento, mi ha colpito molto su come è riuscito nella sua vita ad abbinare l’elemento dell’archeologia passione per il mondo antico, con la tecnologia passione per l’innovazione e la tecnica. Entrambi i termini legati dal “lògos” cioè dal discorso o studio e perché no, dalla passione per il gioco.
Paolo Vendola