Ated Digital Night: i talenti che rivoluzionano il mondo digitale con Marco Camisani Calzolari

Ated Digital Night: i talenti che rivoluzionano il mondo con Marco Camisani Calzolari. Che dire: un’altra serata indovinata con un ospite di eccezione!

Lugano, Asilo Ciani – 29 febbraio 2024. Nella serata di ieri si è aperto, presso quella cornice storica dell’ex-Asilo Ciani di Lugano, la prima edizione 2024 delle Digital Night, un format collaudato di  Ated-Associazione Ticinese Evoluzione Digitale che promuove i talenti e coloro i quali avvicinano il digitale al grande pubblico. Questa serata è iniziata con un grande divulgatore scientifico:  Marco Camisani Calzolari che, per molti, è un volto noto di “Striscia la notizia” nella sua rubrica di inviato del mondo digitale. Lavora nel mondo digitale da oltre 30 anni. Insegna Comunicazione all’Università (membro del board del Global Online MBA e titolare della cattedra in Digital Communication) ed è autore di diversi saggi sul marketing e la comunicazione digitale. Dagli anni 90 divulga cultura digitale attraverso i mass media. Nel suo ruolo di consulente digitale, affronta temi legati alla tecnologia, dei social network, dei videogiochi e dell’innovazione digitale.

In una sala gremita con più di un centinaio di persone, la serata è iniziata con un interessante monologo che, tramite delle slide, ci ha fatto percorrere tutti gli aspetti del mondo digitale che, come dice Marco Camisani-Calzolari “è ovunque”. Sono stati toccati tutti gli aspetti e la presenza del digitale, dallo smartphone che ci accompagna ogni giorno, ai device che ci connettono con servizi e altro. Non meno importante il tema “scottante” e più che mai della Cybersicurezza e della scarsa coscienza, per molti, dell’importanza della privacy e del corretto uso delle password e della facilità con cui esse sono violate, soprattutto per i semplici cittadini. Rispetto al tema generale che ha toccato anche la realtà aumentata/virtuale e l’impatto dell’IA, mi ha colpito molto la sua attenzione nel sottolineare che oggi non è sufficiente padroneggiare e conoscere le tecnologie digitali. La conseguenza immediata sia nel mondo del lavoro che nella quotidianità, è lo sviluppo e la necessità di nuove soft skills. Competenze personali che toccano la sfera del nostro “saper essere” piuttosto che del necessario “saper fare”. Caratteristiche personali specifiche sempre più richieste anche nel mondo del lavoro che profilano le persone con le loro capacità di interagire con gli altri, di dimostrare flessibilità e adattabilità in un mondo professionale che cambia velocemente.

Come sempre, avvincente l’intervista incrociata con  Simona Miele ed il vicepresidente di Ated,  Luca Mauriello che, attraverso il Wordwall, sono andati a solleticare e toccare alcuni aspetti personali della vita professionale di Marco Camisani Calzolari.

La serata si è conclusa con la premiazione della targa “ated DIGITAL NIGHT – I talenti che rivoluzionano il mondo digitale” da parte di Cristina Giotto, Presidente e Direttore di ated e il Vice Presidente Luca Mauriello. Un riconoscimento dell’associazione alle persone che contribuiscono a divulgare e informare tutto quel che ruota intorno al mondo digitale che, come detto, rappresenta e coinvolge la nostra quotidianità.

Complimenti, ancora una volta, ad Ated-Associazione Ticinese Evoluzione Digitale che con il vice Presidente Luca Mauriello e la Presidente Cristina Giotto Boggia e tutto lo staff, hanno saputo organizzare un momento irripetibile di condivisione del mondo tecnologico con esperti affermati che sono entrati e calati nella nostra realtà ticinese. Davvero sempre molto singolare il confronto sul piano dei “ticinesismi” che spiazzano gli interlocutori esterni che si ritrovano ad esclamare “… ma come parlate!” Un altro modo che dimostra come la comunicazione resta importante a maggior ragione quando poi è mediata dalla tecnologia. Complimenti per la magistrale serata!

DIGITAL NIGHT – I talenti che rivoluzionano il mondo digitale

Fabio Viola al centro con Luca Mauriello (vicepresidente ATED Ti)

Resort Collina d’Oro – 24 novembre 2022.  Si è tenuta, ieri sera, un interessante incontro divulgativo e scientifico, organizzata da ATED ICT Ticino e Formati Academy, con Fabio Viola, quarantaduenne laureato in archeologia e che da anni esercita la professione di “Metaverse e videogame designer” nonché curatore di mostre museali digitali. E altro ancora… in poche parole un talento nell’era digitale. 

Serata magistralmente condotta da Luca Mauriello, vice Presidente di Ated, ha subito impostato un dialogo con Fabio Viola partendo da un word cloud da cui sono emerse delle parole chiave sul tema del digitale e sulle implicazioni che esso esercita nel nostro vivere quotidiano. 

Emerge da subito il tema della gamification in tutte le sue sfaccettature. È vero che il termine rappresenta la radice del gioco ma non solo pensato in senso ludico. In un secolo dove i giovani vogliono “fare le cose” ci si impegna anche passando dal gioco, inteso come una modalità e disciplina orizzontale per progettare l’esperienza. È un approccio che coinvolge le persone perché se faccio qualcosa, allora imparo. Come ha ben rappresentato il pedagogista Edgar Dale nel cono dell’apprendimento. Fabio ci porta svariati esempi di questa metodologia, dove, per esempio, persino gli operai della Fiat passano da giochi strutturati in ambito digitale per apprendere metodologie di lavoro innovative. Per questo motivo, a suo avviso, la scuola oggi ha ancora un approccio ed un modello novecentesco. 

Non ama essere definito un “professore universitario” ed ha passato metà della sua vita giocando e l’altra metà facendo giocare gli altri. Tocca il tema della passione come motore trainante anche in ambito lavorativo e ci spiega come il gioco, oppure una formazione giocata, può incentivare i giovani ad esprimere la propria creatività nel mondo reale. Interessante spunto sulle ricerche mondiali sul gioco pensato come medicina e ci spiega che esiste già il “farmaco digitale” o le così dette terapie digitali. Il gioco, in sintesi è un bisogno sia per i giovani che gli adulti. Le statistiche, in tal senso, lo evidenziano in modo chiaro, soprattutto quelle legate all’incremento del gioco digitale tra gli anziani. Scaturisce una riflessione interessante dove il dialogo tra generazioni passa attraverso il gioco. Creare un gioco, passando dallo storytelling, ha permesso a Fabio di progettare percorsi museali in Italia, usando il video gioco come storia da raccontare e riversarla sui visitatori come esperienza immersiva. Stesso principio quando si vuole far conoscere le città ad un turista passando dal gioco, così come è già stato realizzato in diverse città. 

La serata si è conclusa in un clima cordiale, con molte domande aperte ed interessanti spunti d riflessione. Toccati molti aspetti concreti come le città del futuro e come si esprime oggi la formazione a tutti i livelli con un approccio sempre più mediato dalla tecnologia. 

Di Fabio, indubbiamente un talento, mi ha colpito molto su come è riuscito nella sua vita ad abbinare l’elemento dell’archeologia passione per il mondo antico, con la tecnologia passione per l’innovazione e la tecnica. Entrambi i termini legati dal “lògos” cioè dal discorso o studio e perché no, dalla passione per il gioco. 

Paolo Vendola

“Le sfide” attuali dell’Europa

“Le sfide” attuali dell’Europa.

A San Gallo l’Assemblea plenaria del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE) sulle sfide sociali e spirituali in Europa.

San Gallo, ottobre 2012 – Si è celebrata nella Cattedrale di San Gallo, domenica 30 settembre, la Messa delle Nazioni – trasmessa in diretta dalla televisione svizzera – di chiusura della quattro giorni di lavori della Plenaria dei Presidenti del Consiglio delle Conferenze Episcopali in Europa (CCEE) che ha visto la presenza di una cinquantina di Presidenti, tra cui nove Cardinali, trasformando così la città nella capitale dell’Europa cattolica.

Si è svolta per la prima volta a San Gallo in occasione del Gallusjubiläum, la commemorazione del 1400mo anniversario del monaco colombaniano di origine irlandese che ha dato il nome alla città fondando l’Abbazia benedettina. La prima comunità monastica che si riunì poi sotto la Regola benedettina facendo diventare San Gallo, all’epoca, uno dei più importanti centri di cultura e di potere dell’Europa possedendo una splendida biblioteca – la Stiftsbibliothek considerata una delle più importanti biblioteche di manoscritti medievali – ancora oggi visitabile.

ccee4859 web

Lo stesso portavoce del Consiglio, Thierry Bonaventura, lo ha definito il più importante evento dalla visita del Papa in Svizzera nel 2004 ed è stata una grande occasione per incontrare le massime autorità del Cantone e della Città. Anche Papa Benedetto XVI in un messaggio inviato in occasione dell’apertura dei lavori del CCEE ha ricordato che Il Messaggio cristiano è seminato e si radica efficacemente là, dove è vissuto in modo autentico ed eloquente da una comunità”. Lo stesso Papa invita a riflettere sia la comunità sia i membri del Consiglio sul perenne compito di evangelizzazione e sulla sua attuale rinnovata urgenza sostenuto dalla testimonianza della carità comune, animato dalla preghiera comune.

Nella stessa omelia del Vescovo della Diocesi di San Gallo, Monsignor Markus Büchel, ci ha ricordato come la storia della Città di San Gallo fonda le sue radici da quel seme di testimonianza di vita di alcuni monaci irlandesi. Nei secoli poi vi è stato un incredibile sviluppo che, da un inizio modesto, attraverso i secoli è giunto fino ad oggi. Un tempo c’era un unico uomo dal grande carisma, entusiasta di Dio, oggi troviamo una comunità, una Chiesa che lotta per affermarsi in un mondo secolarizzato. Questa situazione conflittuale ha portato alla memoria del Monsignor Büchel, le parole del Cardinal Carlo Maria Martini, recentemente scomparso e che nella sua veste di Presidente del CCEE spesso si è intrattenuto a San Gallo. In un’intervista poco prima della sua morte, il Cardinal Martini disse: “La Chiesa è stanca nell’Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose, però, esprimono quello che noi siamo oggi? I beni culturali di cui dobbiamo prenderci cura servono veramente all’annuncio e alla gente? Oppure costringono troppo le nostre forze impedendoci di muoverci anche quando le difficoltà ci opprimono?”. Negli ultimi decenni, ricorda il Vescovo di San Gallo, il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee si è preoccupato notevolmente a una nuova evangelizzazione in Europa per capire dov’è oggi l’uomo, quali risposte attende dalla Chiesa passando dalle domande che si è posto il Cardinal Martini. Il senso di stanchezza che spesso attanaglia ognuno di noi nel suo fare quotidiano confrontato con i tanti problemi di ogni giorno, la famiglia, la casa, il lavoro, i figli e che ci portano inevitabilmente, a volte, alla disperazione e rassegnazione in una società – stretta dalla morsa della crisi economica – che ha smarrito i propri punti fermi, i propri valori.

In questo senso anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il Cardinale Angelo Bagnasco, ha detto che l’Europa è chiamata ad essere fiduciosa, perché solo la fiducia è l’unica premessa per dare un servizio generoso e sereno ai cittadini. Il destino dell’Europa – ha aggiunto – non è tanto un’unità d’interessi, ma una comunità di destino. Quindi, una storia di Nazioni fatta di alti e bassi, luci e ombre, ma anche di grandi successi che ha accompagnato l’esistenza umana e che porta inevitabilmente a nuove sfide rilanciando anche l’impegno dei credenti per l’evangelizzazione nel mondo contemporaneo.

Paolo Vendola – Giornale Comunità

50 anni di ENAIP Svizzera.

Zurigo, 11 febbraio 2011 – Cinquant’anni di storia, cinquant’anni al servizio della persona nella loro crescita sociale e professionale.
Non è facile per un giovane dirigente, che da pochi anni ha superato la soglia dei suoi primi quarant’anni, raccontare il bene che ha fatto l’ENAIP per la formazione professionale nell’elevare il livello di istruzione di tanti lavoratori in Italia e in tutta la sua rete estera, quindi anche nella nostra realtà in Svizzera.

Storia di un ente. La storia dell’ENAIP nasce idealmente con la nascita delle ACLI. Nel 1946, agli inizi proprio del movimento aclista, venne pubblicato un opuscolo dal titolo “L’istruzione Professionale” a cura del prof. Luigi Palma. La Presidenza Centrale nel presentare tale pubblicazione, metteva al centro dell’operato delle ACLI proprio l’elevamento a migliori condizioni di vita del singolo, passando dalla formazione professionale; se teniamo conto anche del contesto dell’epoca della massa di lavoratori duramente provati dalla tremenda esperienza della guerra. Molti anni dopo, anche Livio Labor, ricorderà che l’interessamento delle ACLI ai problemi della formazione professionale dei lavoratori è, e deve essere una naturale vocazione del neonato movimento. Tant’è che ancora oggi è sancito dagli Statuti ACLI di ogni Nazione ove esiste il “nostro” Movimento, nell’art. 3 cpv. b, che uno dei servizi sociali attraverso le quali le ACLI realizzano una rete di esperienze, di solidarietà, di auto organizzazione e di risposta ai bisogni materiali e sociali delle persone passano “nella formazione ed orientamento professionale e nelle politiche del lavoro”, attraverso l’Ente Nazionale ACLI per l’Istruzione Professionale (ENAIP).
Proprio questo sembra essere ed è giustificata la ragione fondativa dell’ENAIP, sintetizzabile nella parola “elevazione”; dunque un principio di emancipazione socio-culturale del mondo dei lavoratori. Anche il discorso di S.S. Paolo VI nel 1963, ad un Convegno studio ENAIP sulla Formazione professionale, diceva che l’Ente delle ACLI e le ACLI stesse dimostrano una feconda sensibilità nell’interpretare ed anticipare i tempi tenendo conto delle reali esigenze dei lavoratori, così come vi è stato il merito di aver dato origine ad una vasta e promettente rete di scuole professionali atte a dare una risposta concreta ad ogni esigenza formativa.
Anticipare i tempi per un supporto formativo
. Da questi presupposti si può ben capire come a fine anni ’60 cresce l’impegno all’estero tra i lavoratori italiani in Germania, Svizzera e Belgio, prima e poi verso la Francia, Gran Bretagna, ecc. Il Movimento segue le masse migratorie per dare una risposta nel sociale (tutela p. es. attraverso il Patronato ACLI) e subito una risposta a quella massa di lavoratori non qualificati che si trovano proiettati nelle fabbriche di ogni tipo, dove si richiede una certa qualificazione professionale. L’ENAIP partecipa attivamente persino alla definizione della legge-quadro della formazione professionale (legge 845/78), alla luce di una piattaforma intitolata “La riforma della formazione professionale nella prospettiva della piena occupazione e di un nuovo sistema formativo”. Questa legge, negli anni a venire fino alla fine degli anni ‘90, diviene proprio la base per la qualificazione professionale di molti connazionali in Svizzera, che grazie al supporto di fondi del Ministero del Lavoro, acquisiscono titoli di qualifica professionale riconosciuta in diversi settori del mondo del lavoro in Svizzera, permettendo una facilitazione nell’inserimento attivo come forza lavoro qualificata. In molti casi è stata la base anche per l’inserimento nel sistema formativo locale che ha permesso a molti di entrare nel ciclo della formazione continua e permanente permettendo anche una carriera professionale.
Rete formativa moderna. Chiaramente oggi i tempi sono altri, ed altre sono le risposte che l’ENAIP tende a dare attraverso la sua rete internazionale nel creare scambio tra diverse esperienze europee e diventare terreno di scambio delle competenze formative nel Paese in cui si opera, partecipando a programmi formativi con Enti e Istituzioni pubbliche locali. È in questa ottica che negli ultimi anni si sta tentando di dare una collocazione di servizi formativi/consulenza “più integrata” nella realtà locale, assumendo compiti che vanno al di là dell’emigrazione. Oggi, anche ENAIP Svizzera offre le sue azioni formative a nuove fasce di utenza, ai nuovi migranti, con nuovi settori di intervento. Se pensiamo ad un ragionamento puramente statistico oggi, mediamente in un anno, il sistema ENAIP nel mondo produce circa 3500 attività corsuali, con 60000 allievi e con 20 milioni di ore formative. Sono passati per l’ENAIP, in Svizzera, 50 anni di presenza attiva nel settore formativo, ma l’obiettivo di ieri e di oggi resta ancora quello di promuovere un sistema formativo aperto ed integrato, centrato sul diritto del cittadino all’istruzione (qualunque sia la sua provenienza) e alla formazione, in stretta relazione con le politiche del lavoro locale e con uno sguardo attento a quanto si muove nell’ambito formativo europeo.

Paolo Vendola – Direttore ENAIP Svizzera