Zurigo, ottobre 2010 – Nell’articolo ultimo scorso, si accennava a quanto peso e quale competitività ha un Paese che investe nella formazione permanente (Lifelong Learning) perché la sua economia può contare su una solida base di saperi che da più consapevolezza allo stesso sistema economico-sociale. In generale, quando parliamo di formazione continua, essa comprende la totalità dei processi di apprendimento, in cui gli adulti ampliano le proprie conoscenze, migliorano le proprie competenze specialistiche e professionali e prendono maggior coscienza del valore aggiunto del proprio “saper fare” e “saper essere” che è frutto di consolidate competenze acquisite, spesso, in contesti formativi non-formali. Tutto ciò per soddisfare in primis le proprie necessità ma certamente anche quelle del contesto socio-economico in cui si trovano.
La formazione continua è un apprendimento mirato. Spesso è la prosecuzione o la ripresa dell’apprendimento in contesti organizzati (scuole specialistiche, sistemi universitari) con l’obiettivo di aggiornare/approfondire le conoscenze e/o le abilità acquisite e di apprenderne di nuove. Quel che si riscontra in genere è il grande interesse che, organizzazioni del mondo del lavoro (OmL), istituzioni pubbliche e private, hanno verso il tema dell’apprendimento continuo. Questo perché è diffusa la considerazione di quanto la formazione continua operi per la risoluzione di questioni riguardanti l’intera società in cui viviamo che vanno dall’integrazione, alla migrazione e al fenomeno sempre più emergente dell’”illetteratismo” (la così detta analfabetizzazione di ritorno) e, di riflesso, alla conservazione della competitività sul mercato del lavoro. Ancora oggi, la formazione continua, rientra nella sfera della responsabilità individuale.
L’azione della Confederazione e dei Cantoni è a livello sussidiario in quei settori dove non ci sono misure di sostegno alternativo. In questa sfera rientra, da un punto di vista educativo, anche il sostegno a persone svantaggiate. Come già accennato, con il referendum del 21 maggio 2006 il popolo svizzero si era espresso a favore della modifica delle disposizioni costituzionali sulla formazione. Su tale base – interpretando l’articolo 64a della Costituzione federale – sono stati stabiliti i principi in materia di perfezionamento determinando settori e criteri. Ciò significa che ci sono i presupposti legali/costituzionali per arrivare, in Svizzera, alla prima legge federale sulla formazione continua. Già alla fine del 2006, l’Ufficio Federale della Formazione Professionale e della Tecnologia (UFFT) ha avuto l’incarico di elaborare una prima regolamentazione destinata al Consiglio Federale.
Da parte del Consiglio Federale, anche a seguito di ciò, vi è stato l’approvazione di un rapporto sulla formazione continua e l’attivazione poi di una commissione di esperti per elaborare una prima bozza di progetto da presentare in consultazione entro il 2011. Nel frattempo la Commissione per la “legge sulla formazione professionale” ha iniziato il proprio lavoro nel maggio scorso ed ha già pianificato un “Forum della Formazione continua” per raccogliere tutti gli elementi utili per il progetto da sottoporre in consultazione entro la fine della legislatura nel 2011. Questo Forum svizzero è stato istituito anche per migliorare il coordinamento e la trasparenza nella politica sulla formazione continua, anche perché, ancora oggi, il panorama della formazione continua è caratterizzato da un’ampia varietà per quel che concerne competenze, normative e regolamentazione del finanziamento tra Confederazione e Cantoni.
La formazione professionale continua generale, ancora oggi, è disciplinata a livello legale e organizzativo in modo diverso tra i Cantoni e pochi dispongono di una legge specifica, ma si rifanno alle ordinanze applicative della legge sulla formazione professionale (LFPr). Per questo motivo, a livello intercantonale, la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE /EDK) già nel 2003 hanno emanato delle raccomandazioni ai vari Cantoni affinché si impegnino nello sviluppo della formazione continua (secondo il principio della concordanza). In questa fase si è insediata la Commissione sulla formazione continua, proprio per dare risposta e regolamentare quanto svolgono oggi i vari Cantoni.
Qual è e quale potrebbe essere il valore di un diritto alla formazione continua? Anche su ciò si interroga la Commissione per coinvolgere e persuadere il cittadino sulla necessità a partecipare all’apprendimento permanente come ricchezza personale ma anche come contributo e valore aggiunto al sistema socio-economico in cui viviamo.
Paolo Vendola – Direttore ENAIP Svizzera